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Ai membri del Parlamento europeo
Petizione
Gli speculatori finanziari hanno il potere di far aumentare e scendere drasticamente i prezzi degli alimenti, esponendo così milioni di persone al rischio di fame e povertà. Le persone che vivono sotto la soglia della povertà spendono oltre il 75% delle loro entrate solo per assicurarsi di avere il cibo necessario ad andare avanti. I membri del Parlamento europeo possono scegliere di mettere fine a questi assurdi meccanismi di accumulo dei profitti distanti da qualsiasi principio etico e basati su ingiuste altalene applicate ai prezzi dei prodotti alimentari all’ingrosso. Membri del Parlamento europeo, vi chiediamo di votare a favore di misure restrittive in materia di speculazione sulle derrate alimentari.
Perché è importante?
L’avarizia degli speculatori finanziari ha causato in passato rivolte e lotte per il cibo quando a diventare proibitivi sono stati i prezzi di alimenti primari come il riso, la farina, lo zucchero. Quando gli speculatori hanno iniziato a giocare sui prezzi degli alimenti, i costi del cibo hanno subìto variazioni impressionanti. E a farne le spese sono state ogni volta e sono sempre le persone meno abbienti, alla cui fame si aggiunge la rabbia e il senso di impotenza.
Alcuni degli attori più conosciuti del settore finanziario sono coinvolti in questi meccanismi speculativi come la Goldman Sachs, la Morgan Stanley e la Deutsche Bank, ma anche nomi meno famosi come la multinazionale statunitense Cargill. Loro danno altri nomi all’avarizia che li muove e si nascondono dietro parole come “andamento dei prezzi di mercato” delle “materie prime agricole”. [1, 2] La realtà però è che ogni chicco di grano raccolto, trattato e mangiato viene venduto da queste multinazionali a una cifra pari a 99 volte il suo prezzo reale. [3]
Nel 2014, a seguito di una forte pressione da parte di organizzazioni e cittadini di tutta Europa, siamo arrivati a una direttiva UE per limitare la speculazione alimentare. A oggi manca solo una linea guida di natura tecnica, ma ecco che d’un tratto accade che la Commissione europea ceda alle pressioni della lobby finanziaria e agricola.
Nel giro di due settimane il Parlamento europeo può spingere la Commissione ad agire. Il momento del voto che riguarda le indicazioni tecniche da includere nella direttiva è davvero dietro l’angolo: sappiamo che il 40% dei membri del Parlamento europeo farà retromarcia, ma siamo in grado di convincere almeno 84 membri che potrebbero invece rovesciare la situazione e votare nell’altro senso. Nel 2014 l’esito dei voti era sul filo del rasoio. E vincemmo. Adesso ci troviamo di nuovo sull’orlo di esiti importanti e dobbiamo agire immediatamente.
Ecco come funziona la speculazione: materie prime come riso, granturco e cacao sono scambiate sul mercato con quotazioni regolari sulle borse. [4] Ma la situazione reale di domanda e offerta viene alterata quando fondi speculativi, banche e investitori privati si intromettono sul mercato, andando di tanto in tanto a generare un notevole incremento sui prezzi delle derrate alimentari di base. Quando l’onda dei prezzi raggiunge altezze cruciali, loro vendono e fanno profitti enormi. Ma mentre gli speculatori sono impegnati a stappare lo champagne, le persone che già possiedono pochissimo diventano ancora più povere.
La Commissione europea sta proponendo agli Stati membri di rendere ancora meno rigide le già modeste regole vigenti in tema di speculazione alimentare. Questi nuovi propositi della Commissione non cambierebbero affatto la situazione. Ecco perché dobbiamo spingere il Parlamento europeo a prendere una posizione e mettere fine alla speculazione sulle derrate alimentari.
Riferimenti:
[1] https://www.oxfam.org/en/research/not-game-speculation-vs-food-security
[2] http://www.foeeurope.org/sites/default/files/publications/farming_money_foee_jan2012.pdf
[3] Chicago Board of Trade, CBOT dati dall’11 novembre 2016. Rapporto tra volume futuro commercializzato e raccolto relativo al 2015 (anno di riferimento per datare il volume). Grano: 5542,06 milioni di tonnellate (volume degli scambi presso il CBOT, Kansas, Minneapolis); 55,84 (US-raccolto). Negli Stati Uniti il volume degli scambi è 99 volte più grande del raccolto. Ricerca effettuata da Oxfam Germania.
[4] https://www.oxfam.de/ueber-uns/publikationen/konzernatlas-2017
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